Ragazza cambogiana

Ragazza cambogiana

Per un attimo i nostri occhi si sono incrociati. Stavi lì, nella tua casa, una barchetta di forse due metri per tre. Sei metri quadri: una prigione sarebbe più grande.
Ci vivi con tuo marito e i tuoi figli. Quanti anni hai? A spanne 20, o giù di lì. Stavi a gambe incrociate e lavavi qualcosa, nel fiume giallo di fango. Per un attimo ho pensato, forse stupidamente, che spendendo i giorni in quei sei metri quadri ti si anchiloseranno le gambe. Non puoi certo uscire a fare una passeggiata, però puoi spiccare un salto nell’acqua del fiume, chiudere gli occhi e volare giù, così, tanto per trovare un diversivo. Mangi solo pesce, perché è questo che porta a casa tuo marito, dopo una giornata di pesca. Non hai neppure il dubbio di cosa cucinare. Cosa pensi? Quali sogni si agitano dietro le tue iridi nere come l’inchiostro? Si può spendere la vita in sei metri quadri? Devo ricordarmi di te, ragazza cambogiana, tutte le volte che sono stufa, che ho grane di lavoro e sogno di mollare tutto. Tutte le volte che mi annoio, che mi pesa il cielo grigio di Milano. Il freddo dell’inverno, la nebbia che cancella i contorni delle cose. Devo ricordarmi che ho potuto studiare, che posso viaggiare, che apro il frigorifero e posso scegliere cosa mangiare. Devo pensare che mi è stato concesso il lusso di sognare, posso credere, ad esempio, che un giorno vivrò al mare, che diventerò una grande scrittrice, una di quelle di cui parlano i giornali e la tv. So che potrò andare in pizzeria con gli amici, leggere libri, pedalare in bicicletta e programmare una vacanza. Devo ricordare, soprattutto, che tutto questo e molto di più è quello che avranno i miei figli. La tua bambina, ragazza cambogiana, quando mi ha visto è sgattaiolata nella barca e poi è venuta fuori con un cagnolino. Me l’ha fatto vedere perché è la cosa più bella che ha: l’unica. Non avrà mai una bambola, ma quel cagnolino è morbido e ha un cuore vero che pulsa. la lecca, ed è il suo modo per darle i i bacini. Con lui quella bimba non si sentirà mai sola e del resto come potrebbe, in sei metri quadri così affollati?

E tu ti senti mai sola ragazza cambogiana? Di quella solitudine che spesso prende noi occidentali, quando siamo chiusi nelle nostre case di cemento che ci isolano dal mondo, che non ci fanno vedere il cielo. Quel cielo che adesso, sopra di te, è gonfio di sole in un tramonto così bello da togliere il fiato. Chissà se guardi le stelle prima di addormentarti nella tua casa galleggiante, che si fa culla, per ninnarti nel buio della notte … fai buoni sogni, sorella dagli occhi a mandorla …

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