Oggi il mio cuore piange

Oggi il mio cuore piange

Il mio libro si apre con una dedica: “A Renato che mi è caro, una persona perbene. Il mio vuole essere un grazie”. Non volevi, dicevi che la gente avrebbe frainteso. E forse avevi ragione. In tanti hanno voluto vedere dietro la nostra amicizia qualcosa di diverso. Come spiegare? Di quel giorno, in laguna quando mi hai raccontato che avevi perso la mamma a otto anni e di quel vuoto che dopo più di sessant’anni ancora si faceva sentire. Io, a mia volta, ero rimasta orfana di padre a quattro anni e per questo non c’era stato bisogno di tante parole per capire, per sentirti vicino. Grazie Renato, perché sei stato, sei e sarai per sempre per me un amico caro, un fratello, il padre che non ho mai avuto. Tu che a 70 anni e più avevi il cuore limpido di un ragazzo, ancora così pieno di ideali e di bellezza. Hai speso una vita per la politica, vissuta nel senso più ampio, quello che ti portava a occuparti di chiunque, a parlare con le persone, a capirne i problemi, tu, che non hai fatto del bene solo a me, ma a tutti quelli che capitavano sul tuo cammino. Perché eri così: altruista, generoso, pulito. Parole antiche, che ormai sono in disuso, così come la politica bella, quella nella quale credevi, e che ti faceva infervorare, che ti portava ancora a batterti, per cambiare il mondo. Grazie per tutte le volte che siamo stati insieme e ti sei preoccupato dei miei problemi, mi hai sempre detto: “Ricordati, per te ci sarò sempre, se avrai bisogno”. Non ho mai dovuto pagare un prezzo per il tuo aiuto, se non questo dolore lancinante, adesso, che non ci sei più. L’ho saputo così: ti ho chiamato, non hai risposto. Allora ti ho mandato un messaggio: “sono preoccupata per te, fatti sentire”. Mi ha chiamato invece tua figlia, ha chiarito: “non so come dirtelo” e allora ho capito. Non sono neppure potuta venire al tuo funerale, perché non lo sapevo, io che per te, lo sai, mi sarei buttata nel fuoco. Perché eri il mio amico. Perché nessuno più crede a questo sentimento? Solo io e te sapevamo, delle nostre anime sulla stessa lunghezza d’onda, del nostro rimanere a parlare per ore, della felicità di sapere che c’eri, semplicemente, e ci saresti sempre stato, nei marosi della mia vita. Avrei potuto raccontarti di tutto e tu avresti capito: senza giudicare, perché chi ama non lo fa mai.

E’ per questo che adesso mi sento così sola e povera, abbandonata e più fragile. E non importa se ancora una volta la gente fraintenderà, io questa volta lo dico a tutti quello che penso e che traggano pure le conclusioni bacate che solo chi non ha mai avuto un vero amico può trarre.

Volevo dirti fai buon viaggio Renato, porta con te anche la coperta del mio bene, perché non ti abbandonerà mai, finché avrò un istante di vita. Continuerai a essere per me un esempio perché eri un grande e se ne incontrano davvero pochi, praticamente nessuno. Vorrei concludere questa mia lettera per te con le ultime parole che ci siamo detti, reciprocamente, quando ti ho sentito al telefono e ci siamo salutati, non sapendo che sarebbe stato un addio : “ricorda, per te ci sarò sempre”. Che il cielo ti sia lieve amico caro …

 

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