Io non ci casco

“Io non ci casco” questa è la frase che Catena, una delle protagoniste del mio ultimo libro, ‘Il volo dei cuori sospesi’, ha deciso di tatuarsi sul polso.
Frase emblematica, che oggi mi calza proprio a pennello, perché quando ci vuole ci vuole. Vi dirò come la penso su un argomento che forse non vi troverà tutti d’accordo: la moda.
Per quanto mi riguarda la moda mi annoia e qualche volta mi fa anche arrabbiare. Da giornalista sono andata anche a molte sfilate, cercando di nascondere gli sbadigli dietro la mano. Il mondo delle Fashion blogger, dalla Ferragni in giù, mi lascia sempre con l’amaro in bocca. Penso alle decine di migliaia di ragazzine che la imitano e la ritengono un mito. Ma de che???
La tipa è una ragazzina di buona famiglia cui i genitori hanno regalato da subito borse da diverse migliaia di euro che lei ha deciso di sfoggiare sul web, così ha cominciato. I suoi outfit sono tra i più copiati, basta che Chiara indossi il tal vestito della tale griffe e questo va subito a ruba. Per non parlare di Kate Middleton o di Megan Markle, le duchesse che si contendono lo scettro di più elegante a colpi di marchi, sempre ben ostentati.
E a me viene la pelle d’oca. Io che da piccola non avevo da mangiare e che adesso, anche se lavoro in televisione, mi guardo bene da indossare abiti che costano un botto. Mi piace comperare alle bancarelle del mercato, spendere poco e cercare di essere carina anche senza indebitarmi.
‘Io non ci casco’, lo voglio dire. Indosso i colori che mi stanno meglio e se per esempio il ‘melanzana’ è il colore dell’inverno, perché così hanno deciso gli stilisti, io me ne frego, scegliendo invece i toni che mi stanno meglio o che in quel preciso momento rappresentano il mio mood, il mio modo di sentire. Trovo assurdo scegliere, per dirne una, i pantaloni a vita bassa se mi stanno male, solo perché qualcuno ha deciso che sono di moda.
E non farò certo la fila per avere la borsa firmata che costa una fortuna e magari è anche in pura plastica stampata. Ma cosa me ne importa? Di indossare la maglia con il nome di questo o quello stilista, di portare le sue iniziali in giro per il mondo. Io sono io e preferisco puntare su di me per cui, in barba alla moda, scelgo quello che mi piace senza se e senza ma. Che poi quelle famose borse mi farebbero sentire anche in colpa. Ma si possono spendere migliaia di euro così, senza pensarci un istante , mentre c’è chi si fa in quattro per arrivare a fine mese con lo stipendio? “Questo è uno schiaffo alla miseria”, diceva la mia mamma e io che l’ho provata, sottoscrivo.
Preferisco spendere i miei soldi in libri che sono il cibo dell’anima, che increspano la pelle di emozioni e mi fanno volare, illuminandomi spesso di un sorriso interiore. Preferisco andare incontro al mondo e agli altri mostrandomi per quella che sono senza inutili status symbol, cioè feticci che dovrebbero servire a dimostrare che noi siamo un po’ più degli altri, che possiamo permetterci questo e quello, che siamo un gradino più in alto nella scala sociale.
Io no, sto a raso terra, felice di esserlo e non sapete quanti incontri bellissimi si fanno, quando non ci si trincera dietro un’uniforme.
All’apparenza preferisco e di gran lunga la sostanza, prediligo gente vera che se proprio vuole emergere lo fa in base alle proprie possibilità (e non quelle economiche evidentemente).

La Ferragni ha regalato al marito una festa di compleanno in un supermercato. E’ finita che tutti si sono messi a giocare con il cibo, tirandoselo addosso come fanno i bambini. Uno spreco colossale, ma non voglio fare la moralista, questo ruolo non mi si addice proprio. In tutte le feste si spreca sempre un po’ di cibo. Però qualcosa mi ha proprio fatta incaponire.
Fedez, rimproverato per lo sperpero, ha risposto pubblicamente che non intendevano sciupare nulla e che alla fine della festa tutto quel cibo sarebbe stato regalato ai poveri.
Parlava degli avanzi, ovviamente. E qualcuno , a questo punto, dovrebbe insegnargli che chi fa beneficenza dovrebbe considerare che i ‘poveri’ hanno una grande dignità . Non si danno loro gli scarti, come si fa con i cani. Così si dimostra solo la propria pochezza.

Ecco se questi sono i miti di oggi mi dissocio. Datemi pure dell’antica, ci sta. In fondo lo sono. E pure della poveraccia, quella è la mia estrazione e ne vado fiera.

Ecco, dovevo sfogarmi, ogni tanto ci sta …
Non amo i tatuaggi (ve l’avevo detto che sono antica) ma se mai mi venisse l’idea ‘io non ci casco’ non sarebbe male …
E voi cosa vi siete tatuati???

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