Ci sono luoghi dell’anima che tatuano i cuori

giovedì, aprile 20, 2017 0 , , , , Permalink 0

Ci sono luoghi dell’anima che tatuano i cuori

 

Ci sono luoghi dell’anima. Semplici punti cardinali sulla cartina, che d’improvviso diventano case per il nostro cuore. Sono territori che racchiudono i nostri ricordi più belli, quelli che ci hanno cambiati dentro.

La prima volta che sono arrivata sul lago di Iseo avevo 19 anni e un ragazzo che chiamavo Mu. Era figlio unico di madre vedova e un giorno aveva deciso di presentarmi la sua mamma, Irene, una donna che ricordo ancora con tanta dolcezza e per farlo aveva pensato di andare tutti insieme a pranzare a Clusane. Quanti anni! Il tempo davvero vola. Quattro anni più tardi avrei conosciuto mio marito (la storia con il Mu, era nel frattempo sfiorita) e ci sono delle foto che ci ritraggono lungo la riva del lago, insieme a mio nipote Guido, che per me è un altro figlio, e che allora era un bimbo sdentato e tenerissimo.

Il lago di Iseo mi aveva rapito, fin dalla prima volta e quando divenni mamma, stanziammo la nostra roulotte in un campeggio proprio per portarci il cucciolo in vacanza. Una roulotte non è certo una casa, gli spazi e le comodità sono ridotte, ma vivere in un camping ti apre a un mondo intero. Ricordo mio figlio Mattia, con le ginocchia perennemente sbucciate, sempre di corsa con gli amichetti, a giocare fino a sera, a nascondersi dietro gli alberi, ad andare a spiare di notte i gamberi di lago con la pila (evidentemente non gli ho mai permesso di pescarli) e anzi avevo fondato la lega del gambero libero! E in quel campeggio proprio a un passo dall’acqua, ho concepito mia figlia Oriana, il 14 settembre di ben 25 anni fa. C’è il ricordo degli amici, delle tavolate, delle grigliate, delle risate. E quello dolce di mia madre che, non sapendo assolutamente nuotare, si fece comunque convincere a salire su un gommoncino. Eravamo partiti con il sole e tornati a riva con un vento teso, ma Ines, la mia mamma, era una grande donna, aveva continuato a sorridere e a scherzare, mettendo a tacere la paura. L’ultima volta ci raggiunse una domenica, portando con sé la pasta che aveva fatta in casa e qualche volta, guardando le stelle, ancora glielo dico, che di tagliatelle come le sue non ne ho mai più mangiate, e Dio solo sa quanto mi mancano.

Un altro salto nel tempo e mio marito se n’è andato dalla mia vita (succede), ma il mio destino mi aspettava, proprio in quel campeggio. Ed eccomi qui, più di 30 anni dopo, in una sera qualunque, con il sole che cede il passo alla sera e il cielo che già scolora. Ho apparecchiato la tavola davanti al lago, al miracolo di questo panorama che per me non ha eguali, con Montisola e un poco a sinistra la piccola isola dei Beretta. Dall’altra parte del lago, poi, quando fa buio, le luci sulla montagna disegnano un elicottero con tanto di pale. Immaginate: soltanto lo sciabordio delle onde, acqua cristallina (sì proprio così) e una spiaggia che è un prato di margherite e botton d’oro. Non vi arrivano i rumori della strada (che per fortuna termina proprio dove inizia il campeggio), ma solo il canto degli uccelli, e la musica del vento che sfoglia gli alberi. Così, una sera, ho preparato per me e per il mio compagno una tavola per innamorati perché a quasi sessant’anni e dopo più di venti di vita insieme, a me batte ancora il cuore, ogni volta che lo guardo, il mio syrio boy, che è anche proprietario di questo piccolo campeggio sul lago di Iseo. Sì ci sono luoghi dell’anima e la mia sarà per sempre legata al campeggio Cave. E non venitemi a parlare di grandi alberghi, di luoghi esclusivi dove devi tirarti a lucido anche solo per metterti a tavola. Certo siamo noi gli chef e la lavastoviglie non c’è, ma che bello sentirsi liberi, riempirsi gli occhi di cielo, che meraviglia potersi sentire parte di un’armonia più grande, sospirare la magia di questo piccolo posto incantato.

E la sola parola che mi sale alle labbra è … grazie!

La felicità è davvero una piccola grande cosa.

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