Massima allerta su tutti i luoghi sensibili al terrorismo. E nel frattempo arrivano frammentarie notizie ovvero si inizia a fare il bilancio dei morti e dei feriti nell’attentato a Tunisi: mentre scrivo le vittime sono 19 e tra i 21 feriti si contano almeno otto italiani e anche qui, indiscrezioni che spero siano inattendibili sostengono che tra questi due molto gravi sarebbero nel frattempo deceduti. Il commando ha preso di mira il museo del Bardo nel quale c’erano almeno 200 turisti. Le teste di cuoio avrebbero freddato tre dei terroristi.
Penso ai nostri connazionali che avevano deciso di visitare il museo più antico del mondo arabo, dove sono conservati importantissimi e pregiati reperti di arte islamica. E questo binomio, arte-morte, mi dà la vertigine.
Da pochi giorni sono tornata dallo Sri Lanka. In un primo tempo sarei dovuta andare a Sharm (più vicina con un mare bellissimo) ma la drammatica congiuntura mi ha spinta a cancellare la meta.
Certe zone non sono più sicure. Ma nemmeno le nostre città lo sono perché gli jihadisti, dopo gli attentati a Parigi e Copenaghen, promettono di colpire duro anche in Europa. Roma, Venezia e Pisa sarebbero già nel loro mirino.
E poi la polveriera Libia è solo a poche ore di navigazione dall’Italia ( Sirte dista dal suolo italico solo 450 chilometri) e il brivido è d’obbligo.
Non aggiungo altro, salvo il mio dispiacere, la rabbia, lo sdegno.
Maledetti!
In qualche modo hanno colpito ognuno di noi.
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