Buon 8 marzo raccoglitrice del tè
Viaggiare è come vivere più vite. Quando sei nel quotidiano, immersa nel tran-tran di ogni giorno, con i riti, le telefonate, le ore al computer, a volte ti dimentichi di guardare il cielo. Pensi che quella sia la dimensione e non sai che altrove tutto cambia. Che ci sono paesi dove è ricco chi può permettersi di mangiare. Ci sono occhi disincantati che ti guardano e te lo fanno capire, che tu sei un privilegiato. E ci sono occhi stupiti che bevono la tua diversità come un arricchimento. Ci sono bambini dai sorrisi bianchi, occhi come olive nere e luccicanti. Ci sono le ragazze che raccolgono il tè, con un sacchetto legato alla testa, per ore chine sotto il sole cocente. I piedi nudi sulla terra rossa e tu, invece, con le tue scarpe da tennis, stai attenta a dove metti i piedi perché ti hanno avvisato, che lì, è facile incontrare un serpente. Ne sono morte tante, per questo, di raccoglitrici del tè. Donne nate in un piccolo lembo di terra, che pesano ogni giorno con passi misurati, e non vedono i limiti del loro confine. L’orizzonte per loro è sempre lo stesso, quelle montagne verdi e bellissime, dalle gobbe sinuose. Per te, che le guardi, sono una sorta di paradiso terrestre, per loro il limite che le separa dal resto del mondo. Non conoscono neppure la capitale del loro paese, non ci andranno mai, anche se dista qualche centinaio di chilometri appena. E allora è proprio vero, che tu sei una privilegiata, lo sei perché hai potuto studiare, perché puoi viaggiare, perché in fondo sei libera.
E com’è bello, leggere un libro, scriverne un altro, pensare che se vuoi, puoi dipingere con gli acquarelli, vedendo nascere colori nuovi sulla carta, sapere che un giorno andrai al mare, che prima o poi conoscerai posti nuovi, paesi e culture differenti, che ci sarà un nuovo viaggio.
E’ per questo che davanti a te, raccoglitrice di tè, dalla lunga coda corvina, mi sono sentita quasi in colpa, e ho abbassato gli occhi. Chissà se lo sai che oggi è l’8 di marzo, ed è anche la tua festa. Tu, donna sempre con la schiena china e che partorisci i tuoi figli in una casa sporca, con scarsissima igiene e qualche volta non ce la fai.
Chissà cosa sogni, cosa speri, cosa chiedi al Dio che preghi.
Buon 8 marzo a te e a tutte le donne del mondo, anche a quelle come me, così fortunate e in fondo ignare di esserlo.
La possibilità di guardare non un solo cielo ma tanti, di conoscere, di amare, viaggiare, leggere non è per tutte. Me lo ridico, ancora una volta, mentre mi godo questo tramonto di sangue, questo giorno che muore piano e mi dico che no, nel nostro mondo perfetto, questi colori, davvero, non ci sono.
Leave a Reply